Attilio Danese

Col Bando della 35 edizione, il Premio Teramo per un racconto inedito raggiunge una tappa importante della sua esistenza. Tra momenti di esaltazione e momenti di crisi il premio supera la soglia della maturità e si attesta come punto di riferimento per la narrativa italiana anche nel panorama internazionale (crescono i candidati stranieri al premio).

Selezionare nuovi scrittori tra la multiforme varietà di partecipanti per il genere racconto è impresa condivisa dalla Giuria, che continua a scegliere quasi sempre all’unanimità. I nuovi talenti affiancati a personaggi celebri del nostro panorama letterario riconoscono l’importanza del Premio e avvertono la responsabilità verso questo genere talvolta negletto, ma che ha sicuramente raggiunto il giro di boa per un trend in ripresa. Teramo, “patria del racconto inedito”, intende proporsi come luogo di animazione permanente di questo genere letterario e spera di poter gestire con creatività e fantasia un lavoro culturale costante durante il corso dell’anno.
In questi anni di mia partecipazione in qualità di giurato ho avvertito spesso la responsabilità nei confronti dei concittadini che si aspettano scelte, fatte con serietà e giustizia, coraggiose e innovatrici e nello stesso tempo nel solco di una sana tradizione.

Tra momenti condivisi e altri critici la funzione di un giurato prestato dalle scienze umane e filosofiche alla letteratura contribuisce al premio con una lettura puntuale dei racconti alla ricerca dei valori umani e letterari condivisi, che segnano l’evoluzione di un’epoca e che si possono rintracciare nell’archivio della memoria dei racconti stessi. La vicinanza a personaggi di rara qualità umana e letteraria come il compianto Carlo Bo e prima ancora Mario Pomilio ha fornito l’humus amicale necessario per un servizio che dà prestigio alla città e ai suoi numerosi aspiranti scrittori.