La storia

imageLa prima edizione del Premio Teramo si concluse nel giugno 1958; e il Premio può essere considerato sicuramente il più antico e prestigioso concorso letterario dedicato al racconto inedito.

La sua definitiva istituzione fu strettamente legata ad un tragico evento: nella notte del 18 marzo del 1959 in un terribile incidente stradale furono coinvolti otto giovani studenti teramani e quattro di essi (Gigino Forti, Berardo Cavarocchi, Pasquale Frezza e Angelo Galbo) persero la vita. Stipati a bordo di un’unica vettura si erano recati a Pescara per partecipare ad uno degli incontri che gli universitari abruzzesi organizzavano nel tentativo di favorire la nascita di un ateneo abruzzese. Facevano parte del C.U.T ( Circolo universitario teramano) e proprio uno degli scomparsi, Berardo Cavarocchi, con Lino Nisii, Roberto Pelillo ed alcuni altri, s’erano rivolti già nell’autunno del 1958 a Giammario Sgattoni, e poi all’Ente per il Turismo, perché si realizzasse l’idea di una manifestazione culturale. Quindi, anche per ricordare quei giovani, grazie all’E.P.T. (presidente Giuseppe Marcozzi-Rozzi, direttore Pietro Arturo Favazzi) e al sindaco Carino Gambacorta, nell’ambito delle manifestazioni del Giugno Teramano, fu bandita la prima edizione del Premio Letterario Teramo per un racconto inedito che, tranne un’interruzione di otto anni , dal 1978 al 1986, continua il suo cammino e si conferma come una delle più prestigiose manifestazioni letterarie.

Alla prima edizione parteciparono 76 concorrenti, ma già l’anno successivo pervennero 322 racconti che aumentarono di anno in anno fino agli 800 della XXXV edizione.

imageLe Commissioni Giudicatrici nel corso di questi lunghi anni valutarono le opere di scrittori che avrebbero avuto un percorso interessante nel panorama della letteratura italiana. Tantissimi affermati scrittori italiani hanno partecipato a questo Premio e i nomi prestigiosi che hanno vinto, che sono stati segnalati o che hanno partecipato senza la fortuna di raggiungere la rosa finale costituiscono l’esempio di come il “Teramo” sia stato e rimane un banco di prova formidabile per qualunque scrittore.

Citare dei nomi tra le migliaia di concorrenti è impresa ardua e forse ingiusta nei confronti di tanti, ma elencarne alcuni è necessario per comprendere l’importanza di questo premio e per capire la considerazione che ha riscosso e che continua a riscuotere nel panorama della cultura italiana.
E allora è utile ricordare le partecipazioni di scrittori come Edith Bruck, Andrea Zanzotto, Piero Chiara, Dolores Prato, Alberto Bevilacqua, Silvio Guarnieri, Mimì Zorzi, Raffaele Nigro, Gennaro Manna, Maria Luisa Spaziani, Rossana Ombres, Mario Pomilio, David Maria Turoldo, Giovanni Raboni, Antonio Altomonte, Vanni Ronsisvalle, Giacinto Spagnoletti, Ferdinando Camon, Carlo Sgorlon, Giorgio Soavi, Renato Minore, Alberto Lecco, Grazia Livi, Gianni Gaspari, Carlo Bernari, Luca Desiato, Claudio Marabini, Giuliano Manacorda, Ferruccio Ulivi, Paolo Barbaro e tanti altri che non compaiono magari tra i vincitori o tra i segnalati ma che hanno avuto un loro percorso di scrittori. Essi sono, con i loro racconti, presenti negli archivi del Premio e si sta lavorando per catalogarli tutti ed eventualmente rileggere le loro opere ai fini di un’antologia, che aldilà dei premiati, costituisca un’organica e critica ricostruzione letteraria non solo del Premio ma delle tendenze della scrittura nel corso dell’ultima metà del secolo scorso.
La formula del racconto ed il requisito dell’inedito costituiscono la garanzia per i partecipanti che il giudizio dei loro lavori non subisca nessuna pressione dal mondo dell’editoria.

Diceva Carlo Bo nel 1987 che il Premio Teramo “ E’ un patrimonio di affetti, di memorie, e anche un valido contributo alla letteratura italiana, perché questo premio si distingue in quanto premio all’inedito, premio dedicato ai giovani, e per questo suo segno è stato appunto imitato anche recentemente. E chi percorre l’elenco dei premiati prima di tutto deve congratularsi con le Giurie passate e con la Giuria di oggi che hanno indicato - e non soltanto ai cittadini di Teramo, agli abruzzesi - le nuove leve, le nuove forze. Sono tra i nomi più belli della letteratura degli ultimi trenta anni.”

imageLe varie giurie che si sono succedute in questi anni, che sono reperibili cliccando su (pagina in fase di allestimento) sono la dimostrazione di come il Premio Teramo si distingua per la sua alta qualità e per la garanzia di valutare i racconti con assoluta serenità ed indipendenza. E’ ovvio che ci siano state scelte che hanno sacrificato taluni concorrenti; ma esse sono il frutto di una autonomia di giudizio critico che ogni giurato si porta con sé, frutto delle esperienze individuali e della militanza critica. In ogni caso il confronto ed il dibattito tra i giurati si è sempre svolto all’insegna della strenua difesa dei singoli convincimenti fino al giudizio finale dove la collegialità e la discussione più serena hanno portato quasi sempre ad esprimere un giudizio unanime sui vincitori. Uomini del calibro di Diego Valeri, Carlo Betocchi, Carlo Bo, Giacomo Debenedetti, Luigi Baldacci, Michele Prisco, Libero De Libero, Silvio Guarnieri, Mario Pomilio, Renato Minore, Antonio Villani , Raffaele Nigro, Giuseppe Pontiggia e Barbara Palombelli insieme ai giurati teramani Enzio Di Poppa Vòlture, Raffaele Passino, Attilio Danese e l’impareggiabile Giammario Sgattoni (il decano e la memoria storica) sono l’esempio migliore della qualità e della affidabilità di uno dei concorsi letterari più longevi e più importanti d’Italia.

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